mercoledì 8 giugno 2011
Non dovrebbe mancare molto
mercoledì 18 maggio 2011
Un piccolo passo
Oggi ho sentito, o meglio, ho letto il discorso che Felix Finkbeiner ha tenuto alle Nazioni Unite nel Febbraio scorso. Avrei voluto riportare il testo scritto ma non l'ho trovato, quindi invito tutti a guardare il video. Inizialmente, visto il titolo con cui la notizia è stata largamente diffusa non avevo dato molta attenzione, ma ascoltando il discorso ho trovato molti spunti interessanti. Felix si domanda come mai gli adulti non paiono preoccuparsi e fare qualcosa di serio e concreto per salvaguardare il nostro pianeta. Le possibili cause che ipotizza sono tre:
1) una diversa percezione del futuro, si perché molti di noi ragionano come gli amministratori di molte aziende moderne, con un'ottica che non oltre i pochi anni, i più lungimiranti dice Felix arrivano a 30 o 40 anni. Io aggiungo che in rari casi diventano lungimiranti solo per convenienza (avrei degli esempi ma preferisco non divagare troppo).
2) scetticismo: molti adulti non credono esista una crisi climatica, dal loro punta di vista penso si possano definire ottimisti; qui però Felix dice ciò in cui credo molto anche io: se anche chi sostiene che esista una crisi climatica e sbaglia e noi adesso facciamo qualcosa, tra vent'anni potremmo dire, va ben abbiamo sbagliato ma non abbiamo fatto nulla di irreparabile; se però adesso non facciamo nulla e la crisi c'è veramente tra vent'anni la crisi sarà peggiorata e sarà molto più difficile affrontarla.
3) l'ultima possibile spiegazione al comportamento degli adulti umani Felix citando il comportamento di una scimmia che fra una banana oggi e 6 domani ne scieglie una oggi.
Secondo me oggi l'uomo con un piccolo passo può fare grandi cose per il nostro futuro (cit.)
giovedì 12 maggio 2011
Le risorse per le infrastrutture di trasporto
Ancora una volta mi ritrovo a sottolineare che secondo me, visto che gia ci sono difficoltà a realizzare un progetto che probabilmente è largamente condiviso, non bisognerebbe sprecare risorse in altre opere di utilità molto più incerta oltre che di impatto ambientale devastante come la Cimpello Sequals Gemona di cui ho gia parlato e di cui voglio continuare a parlare, in attesa ancora di conoscere quali sono i progetti presentati dai due partecipanti al bando.
Sempre sul sito del commissario per la terza corsia della A4 nella parte "introduzione" della sezione "il progetto" si cita anche il traffico da e per l'Austria attraverso il valico di Tarvisio, traffico che quandohttp://www.blogger.com/img/blank.gif fa comodo si cita anche per giustificare la Cimpello-Gemona con un gioco delle tre carte che alla resa dei conti non può funzionare. E' inutile che l'assessore Riccardo Riccardi poi vada a dire a Lualdi che gli vuole costruire la Cimpello Gemona, quando a quell'impresa come ad altri sarebbe molto più utile un semplice adeguamento della viabilità esistente (come dice qui, per fare un esempio), non un'ulteriore barriera costituita da una nuova autostrada senza un punto di accesso facilmente raggiungibile.
martedì 10 maggio 2011
La politica delle infrastrutture di trasporto
Vale sempre la pena ribadire l'invito a tutti a riflettere.
lunedì 9 maggio 2011
Riccardi e Moretti sulla Alta Velocità in Friuli Venezia Giulia
Giovedì 5 maggio scorso ho seguito un po' i lavori del consiglio regionale del FVG in streaming sul sito www.fvg.tv ed erano in corso le interrogazioni a risposta immediata (IRI), in particolare c'è n'è stata una, o meglio due (la 544 e 554) a cui l'assessore regionale alle infrastrutture Riccardo Riccardi ha dato una unica risposta, che per motivi per me francamente incompresibili e con una logica evidentemente contorta non è riportata sul sito, accanto alle interrogazioni stesse. Sul sito della regione però è comparso per alcuni giorni un comunicato che riporto integralmente:
"
05-MAG-11 12:12
TAV: FVG; RICCARDI, LINEA FINO A TRIESTE E' PUNTO FERMO
(ANSA) - TRIESTE, 5 MAG - Per la Regione Friuli Venezia Giulia e' un ''punto fermo'' che la Tav debba arrivare a Trieste e anche a Capodistria (Slovenia). Lo ha detto oggi l'assessore regionale ai Traporti Riccardo Riccardi, nel Question time in Consiglio regionale. Riccardi ha evidenziato di condividere ''molte delle cose'' sostenute di recente dall'amministratore di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti che - ha ricordato l'assessore - ''non ha mai detto che la Tav non arrivera' a Trieste''. Riccardi ha citato quattro punti posti da Moretti: dalle dimensioni del traffico ferroviario, alla cooperazione con le Regioni in materia di trasporto passeggeri, dalle merci, con attenzione al progetto di Campo Marzio allo sviluppo degli assi Nord-Sud ed Est-Ovest. ''Per progettare il futuro - ha spiegato Riccardi - non si puo' prescindere da una analisi dei traffici. La Regione e' comunque ferma sul fatto che la Tav arrivi a Trieste''. (ANSA)."
Il link originale riporta che la notizia non è più disponibile, sul sito dell'ansa tale comunicato in realtà non è mai stato pubblicato, ho dovuto allora ancora una volta affidarmi alla cache di google: qui è ancora oggi visibile il comunicato originale.
Io della risposta data da Riccardi non sono riuscito a catturare passi significativi, per questo ho cercato di affidarmi al comunicato (misteriosamente mai comparso sul sito dell'ANSA) qui ho trovato un'altro articoletto con dichiarazioni di Tondo.
Io voglio dare atto all'assessore di voler fare il proprio dovere di assessore alla infrastrutture, anche se non condivido i suoi piani. Fra l'altro ho letto qualche giorno fa, non ricordo dove, che Tondo lo candidava a un'altro incarico e senza spiegare nulla, ma in modo sibillino, un consigliere durante le discussioni ha insinuato che lo stesso Riccardi potrebbe a breve lasciare la carica. Quello che però mi lascia perplesso è questo atteggiamento e questo ragionamento, sulla strategicità di alcune infrastrutture. Quanto fa comodo si parla di libero mercato di privatizzazione, di "project financing", ma quando qualcuno oppone delle eccezioni, in questo caso il fatto che l'opera è palesemente antieconomica, ci si oppone a questi ragionamenti. La regione, come il governo nazionale, ha sempre meno mezzi (soldi) a disposizione però si prefigge di fare nuove opere per rilanciare lo sviluppo dell'economia, abbiamo gia visto che in molti casi si cerca di proprorre come soluzione a questo problema la panacea del project financing che sospetto sempre di più sia una sorta di menzogna, perché è un intervento a carico di privati ma sostenuto e garantito da soldi pubblici. In sostanza si danno concessioni più o meno reddittizie a privati, in cambio di un piccola esposizione, dico piccola perché appunto mi pare che il rischio non sia a carico di tali privati ma ricada sul pubblico, questo è quello che io ho letto anche tra le righe da quelle ultime dichiarazioni di Moretti. A me non piace un simile sistema, mi sembra di essere preso in giro e derubato.
Probabilmente per le infrastrutture vale lo stesso discorso che si fa spesso per le vecchie case, è più facile rifarle nuove che non ristrutturarle, però il compito di chi ci governa di fare le scelte più facili, è di trovare le soluzioni migliori, da tutti i punti di vista.
mercoledì 4 maggio 2011
Pensieri confusi e contorti
Allo stesso modo ci si lamenta del costo della benzina e del gasolio salvo poi scordarsene quando si calca il piede sul pedale dell'acceleratore, senza guardare magari che cento metri avanti c'è un incrocio, un semaforo rosso, un veicolo fermo. E' vero che la categoria di chi si lamenta del costo dei carburanti e di chi ha il piede pesante non coincidono, ma io temo si sovrappongano. L'auto è un grande strumento di libertà, permette di muoversi velocemente e con un costo alla portata della stragrande maggioranza dei cittadini ma è necessario rendersi conto che va usata con maggiore "sobrietà" anche per garantirne l'utilizzo in tranquillità a tutti. Sono convinto che il miglior modo di risparmiare e di non farsi il sangue amaro sia usare l'auto il meno possibile.
Ieri su Caterpillar hanno fatto un servizio da Roma sulla protesta di alcuni autotrasportatori, ebbene, non posso non tener conto che si tratta di cittadini e che come tali secondo la costitutizione italiana hanno diritto a un lavoro, ma non si può neanche pensare di tener in vita e anzi incentivare pesantemente un lavoro e quindi un sistema di trasporto merci, obsoleto e inefficente solo per dare lavoro a delle persone, questo pare più una forma di comunismo, in contrapposizione al liberismo e al capitalismo. Bisogna trovare soluzioni migliori, e per trovarle bisogna cercarle.
Infine, con un collegamento logico molto azzardato, ritorno sul tema energia, perché molti sostenitori del nucleare ci ricordano che in Italia si ha un costo dell'energia elettrica che è alto, probabilmente fra i più alti in Europa, si, come lo sono però le tariffe RCA e i costi dei conti correnti in banca e il gasolio per autotrazione. Le variabili che determinano questi costi sono molte, non sono solo le tecnologie di produzione. In Francia, con l'80% di energia elettrica prodotta da centrali nucleari hanno il costo più basso, bisogna però capire anche come la consumano questa energia. Io in casa ho un classico contratto domestico italiano da 3 KW che mi sono sufficienti, anche se non posso accendere contemporaneamente lavastoviglie, lavatrice e aspirapolvere. Si può vivere anche senza assorbire istantanteneamente 6 KW, cosa che nei grandi paese civilizzati non è scontata.In Francia ad esempio si paga la corrente 7 centesimi a KWh mentre io la pago 15 centesimi a KWh, ma probabilmente un francese incentivato da questo meccanismo consuma molta più energia elettrica, probabilmente sprecandone di più. C'è in sostanza una specie di spirale perversa per cui si fanno grandi centrali che per giustificare il loro costo devono lavorare il più possibile (si, perché la caratteristica fondamentale e discrimanante del nucleare è che sul costo finale dell'energia incide per lo più il costo di costruzione e manutenzione dell'impianto, non il carburante) e siccome le centrali devono produrre qualcuno deve consumare, insomma il solito concetto del consumismo che ha i suoi vantaggi ma anche molti svantaggi, primo fra tutti la non sostenibilità ambientale. Mi rendo conto di essere un utopista, ma credo che sognare sia bello, per questo ribadisco con forza il mio desiderio di ricerca di uno sviluppo sostenibile, basato su un modo diverso di garantire il nostro benessere.
lunedì 2 maggio 2011
La politica e le infrastrutture
Alcuni giorni fa tramite Facebook un mio collega mi ha segnalato questo articolo di un giornale locale di Trieste in cui pareva che l'attuale amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti stroncasse il progetto per la tratta ferroviaria ad alta velocità tra Venezia e Trieste, proggetto molto caro all'attuale giunta regionale del FVG. L'intervista, come riportata in quell'articolo del Piccolo, mi ha un po' colpito, uno dei primi pensieri che mi è passato per la testa è stato: "quest'uomo (Moretti) pare un amministratore serio e non influenzato dalla politica, infatti pare criticare il progetto Alta Velocità Venezia-Trieste a dispetto del fatto che è uno dei progetti su cui i politici regionali del Friuli Venezia Giulia puntano molto, e lo fa con argomentazioni che sono gia state portate ad esempio da Legambiente, come il fatto che gia la linea esistente è sottoutilizzata, come lo è ampiamente la linea "Pontebbana" anche perché i progetti sul porto di Trieste rimangono li fermi. A ciò Moretti pare aggiungere un argomento molto pragmatico e concreto, il bacino di utenza è basso, in altre parole il gioco non vale la candela. Si, perché se vogliamo essere sostenitori del libero mercato, del capitalismo, del consumismo, allora dobbiamo anche accettare che simili infrastrutture vengano fatte da privati a loro rischio, perché loro devono valutare se una simile impresa può essere reddittizia. Prima di fare grandi opere ci vuole un piano organico, con uno studio basato su dati reali.
Prima di commentare a caldo l'articolo del Piccolo ho preferito attendere qualche giorno e cercare riscontri, quindi oggi ho fatto una piccola ricerca ed ho trovato una serie di interessanti, seppur brevi, articolo. Il primo e più interessante è questo, che pare un po' smentire il Piccolo. Poi però, leggendo anche altre fonti (Corriere, La Vita Cattolica, Ansa, Adriatic Sea Network) mi sembra che la sostanza si quella riportata dal Piccolo.
Mi piacerebbe anche poter dare un'interpretazione precisa alla conclusione dell'articolo del corriere e riportato nella rassegna stampa del Governo, quella che dice:
Un accenno infine anche ai finanziamenti più in generale: «Il capitale privato - ha detto il manager - se vuole venire è il benvenuto, ma che sia capitale di rischio. Se invece sono prestiti, ce ne sono già abbastanza sul mercato e non ce n`è bisogno».
Magari qualcuno con nozioni di economia migliori delle mie che dovesse passare di qua potrà aiutarmi a chiare il significato di questa frase. A me pare si leghi a quanto ho affermato prima, ovvero che se queste opere debbano realizzarsi con il rischio a carico del privato e non della comunità (ma questa forse è solo una interpretazione che fa comodo a me).