mercoledì 6 luglio 2011

L'economia di mercato

Da uomo qualunque ho un sacco di dubbi su come funziona il mondo e la cosiddetta economia di mercato, sono stato per due settimane in vacanze a Bibione, una ridente località turistica del Veneto, affacciata sull'Adriatico, al confine con il Friuli Venezia Giulia, con una splendida e grande spiaggia sabbiosa e un mare un po' meno splendido. In queste due settimane in appartamente ho fatto diverse volte la spesa, girando i vari supermercati nelle vicinanze del mio alloggio e ancora non riesco a capacitarmi com'è che in una località dove mi sono visto chiedere 4 Euro per un spritz aperol che di Aperol e prosecco ne aveva veramente molto nei supermercati, in uno in particolare, ho trovato beni di uso comune, ad esempio pasta, caffè e pane a prezzi inferiori a quelli che trovo normalmente praticati nei supermercati del circondario di Majano dove risiedo. Si tratta di una cosa che avevo gia notato gli anni scorsi ma pensavo fosse un caso, quest'anno allora ho cercato di memorizzare megli i prezzi e fatto un piccolo paniere (composto appunto da pasta, caffè e pane) ho deciso di rifare il confronto. Dunque la pasta di una nota marca Campana a Majano in un supermercato di una grande catena costa 1,09 Euro, a Bibione 0,89 (questa differenza mi ricordo c'era anche gli anni scorsi ed è stata la prima che ho notato), un pacco da 1 Kg di caffè in grani a Majano 11,95 a Bibione 10,95, pane comune a Bibione 3,15 Euro/Kg, Majano 3,40 Euro/Kg (all'incirca, non ricordo esattamente, comunque pane all'olio è pari a 3,8 in entrambe le località).
Ora mi chiedo, quale perverso meccanismo fa si che nel cuore (geograficamente parlando) del Friuli la pasta e il caffé debbano costare più che in una località turistica dove c'è l'aggravio di un carico di lavoro esclusivamente stagionale? Non ho capito se la popolazione Friulana ha qualche problema a rendersi conto di venir presa per il naso o se c'è qualche motivo strutturale che giustifca il fatto i prezzi siano più alti.