giovedì 22 gennaio 2009

Cosa non è

Come ho gia detto in un P.S. del precedente post, oggi sono capitato casualmente sul blog milionportalbay e ho trovato una precisazione che riguarda anche quanto avevo scritto io. Complimenti all'autore per l'analisi dei costi.

Ho notato sulla colonna sinistra sito una nota che comincia con "The Milion Portal Bay viene ...." e poi specifica una serie di cose che il sito non è. Vista la conclusione, ".... non gradisce tramezzini" Laughing direi che la nota è come dire ironica, ma tristemente si riferisce a cose e fatti realmente esistite e accaduti. In un paese civile come il nostro abbiamo visto tentativi di andare in quella direzione, cioè verso la situazioni in cui non vale più la presunzione di innocenza ma quella di colpevolezza (questo ovviamente non vale per tutti i cittadini, sigh).

martedì 20 gennaio 2009

Ma in che mani siamo?

Dopo aver visto che la dottrina della decrescita felice si espande, tramite punto informatico sono capitato qui e poi qui. A prima vista, vedendo il documento ho dubbitato della sua autenticità, essendo una scansione di un documento cartaceo, poi però esaminando l'indirizzo sono andato qui e direi che quindi il documento è vero.

Effettivamente su questo commento sono d'accordo, credevo di aver io una pessima calligrafia e una brutta firma.

In ogni caso alla faccia dell'innovazione siamo di fronte ad un grande esempio di firma elettronica e documento digitale. Dunque, se non ho capito male sono 10 milioni di euro che si sommano ai 45 milioni gia fumati per un "portale" .... anche fossero solo 10 milioni senza averne spesi gia 45, a me sembrano tantini.

P.S. (22 Gennaio 2009)

Oggi sono capitato casualmente sul blog milionportalbay, ed ho notato una precisazione che riguarda anche le mie affermazioni precedenti, sembra che effettivamente per il nulla fin'ora non si siano spesi 45 milioni ai quali si aggiungono altri 10, ma che in realtà non se ne siano spesi più di 10. Mi fido della non facile analisi fatta dall'autore del blog.

Da un anno circa ascolto spesso Radio24, almeno quando mi sposto in auto per andare in ufficio e tornare a casa (se non c'è caterpillar su radio2). Fanno diversi trasmissioni interessanti e in generale condivido le loro posizioni, anche se con qualche eccezione.

Stamattina, alle 8 e 20 circa c'era un programma nuovo, due persone parlavano del fenomeno della "vischiosità" del prezzo dei carburanti con un "esperto", tal Davide Tabarelli presidente di Nomisma Energia. Il termine "vischiosità" viene utilizzato per definire il fenomeno in base al quale quando il prezzo del petrolio cala il prezzo dei carburanti alla pompa non cala in proporzione o meglio cala molto più lentamente.

Vorrei dire una cosa, su radio24 hanno parlato più volte di questo, anche con il presidente dell'antitrust durante le feste, però noto una certa cialtroneria nell'affrontare l'argomento. Si cita sempre le associazioni consumatori che dicono che i prezzi dei carburanti non sono scesi in proporzione ai prezzi del petrolio. Su questa posizione radio24 sembra essere d'accordo, ma io mi chiedo: perché i giornalisti non fanno il loro mestiere e tirano fuori due stupidissime tabelle, una con l'andamento del prezzo del petrolio negli ultimi 5 anni e una con i prezzi medi dei carburanti negli stessi periodi e non fanno un confronto un minimo scientifico????

Un'altra domanda che mi pongo è: ma cosa fa sta "Nomisma Energia"? Stamattina l'intervistatore ha girato a Tabarelli l'osservazione di un ascoltatore secondo cui sembra ci sia una "resistenza" da parte dei petrolieri/rivenditori o produttori di carburanti a far scendere il prezzo di benzina o gasolio sotto l'euro. Lo stesso intervistatore ha buttato li la parola dietrologia. Ma quello che veramente non accetto è una delle giustificazioni (in realtà ora mi è venuta in mente un'altra chicca di cui parlo dopo) che l'"esperto" Davide Tabarelli presidente di Nomisma Energia, per la riluttanza dei produttori a calare il prezzo dei carburanti al calare del prezzo del petrolio, ovvero il fatto che sui carburanti le tasse incidono per una percentuale elevata (non mi ricordo di preciso la percentuale e non l'ho trovato con una rapida ricerca). .. Ma anche (vedi p.s.) ipotizzando che le tasse incidano per il 99% sul prezzo finale, supponiamo che su 1 euro ho 99 centesimi di tasse e 1 centesimo di "materiale", se il materiale mi costa 0,005 e vi applico il 9900% di tasse ho 49,5 centesimi di tasse e il prezzo finale è 0,5 euro, quindi sempre la metà, come si dice la matematica non è un'opinione, tranne forse per alcuni esperti consulenti. Chi è che fa dietrologia?

La seconda chicca che mi è venuta in mente prima che ha sparato l'esperto è che secondo lui ora i produttori non calano il prezzo anche perché devono recuperare le perdite dell'anno scorso..... Ma chi crede di prendere in giro? Io francamente faccio fatica a credere che industrie petrolifere ed affini abbiano mai avuto perdite da che l'uomo utilizza il petrolio.


superciukAlla fine però qualcosa di plausibile l'ho sentito: ci potrebbe essere l'effetto della cosiddetta "Robin Hood Tax". In effetti quella poteva essere un tentativo lodevole, ma molto probabilmente si è rivelata solo una "Superciuk Tax".




P.S. (22 Gennaio 2009)

devo fare una precisazione doverosa, in realtà una parte delle tasse sulla benzina, le accise, sono "fisse" quindi il mio ragionamento non è corretto, si veda qui e qui. Non ho trovato dati aggiornati sul livello attuale delle accise.

lunedì 19 gennaio 2009

Un imbecille al giorno

Non ce la faccio proprio a trattenermi. Stamattina stavo recandomi con l'auto a Udine, per raggiungere l'ufficio. Arrivato all'abitato di Mels, in prossimità dell'incrocio che si trova praticamente al centro del paese, praticamente nello stesso punto dove ho avuto gia tempo fa uno spiacevole incontro, ho visto sul marciapiede uno scoiattolo rosso che sembrava aver intenzione di attraversare la strada. Scoiattolo Rosso Procedevo ad andatura gia abbastanza lenta, 30 o 40 Km orari, in quanto seguivo una coda di altri tre veicoli comandata da un furgone e comunque ci trovavamo appunto in centro urbano, in prossimità di un incrocio, di strisce pedonali nonché della fermata dell'autobus; vedendo lo scoiattolo e non avendo alcuna intenzione di spiaccicarlo sotto le ruote della macchina guardo nello specchietto retrovisore e rallento vistosamente. Cosa pensa di fare l'automobilista che mi segue? La risposta e ovvia conoscendo l'automobilista medio: cerca di sorpassarmi. Io ormai quasi fermo mi giro verso di lui e lo cerco di guardarlo negli occhi; fortunamente, senza bisogno del mio sguardo, egli capisce che sta facendo una cazzata e ritorna sui suoi passi.

Evidentemente l'istinto animale guida l'automobilista medio. Se invece di uno scoiattolo fosse stato un bambino il comportamento sarebbe stato lo stesso. Pochi chilometri dopo, in un tratto dove comunque il sorpasso era vietato perchè in prossimità di un altro incrocio l'imbecille ha raggiunto il suo obbiettivo, ha sorpassato me ed altre macchine davanti a me.


domenica 18 gennaio 2009

Civiltà ed ecologia

Che amarezza. Ieri sono stato definito un pazzo incosciente e minacciato di azioni legali contro di me (e mia moglie), dal mio vicino di casa. Delle due l'una: o io e mia moglie viviamo fuori dal mondo e non abbiamo capito niente della vita, o i miei vicini di casa sono in tale condizione.

Probabilmente civiltà1,2 ed ecologia3 (dove ecologia la intendo in senso lato come equilibrio tra uomo e ambiente) sono un ossimoro4,5 ma io faccio fatica a crederlo. E' vero, io e mia moglie siamo particolari, ce ne rendiamo conto, ma facciamo fatica ad accettarlo. In fondo se amare la natura, le sue creazioni, mettendola sopra a cose materiali prodotte all'uomo, significa essere pazzi, allora un po' pazzi lo siamo.

Al centro di questa foto sulla sinistra, avvolta da enormi alberi c'è la mia casa, quella più sulla destra è la casa del mio vicino, che dista dal confine non più di quattro o cinque metri. Davanti la mia casa, verso la strada vi sono 3 grandi cedri, uno è molto probabimente un cedro dell'atlante, gli altri due hanno aghi di colore quasi argenteo e non so a quale specie appartengono (si tratta comunque di albero piuttoso diffuso). Sul retro della casa, sul lato opposto, quindi verso ovest vi erano in origine quattro abeti rossi6,7 in fila. Dico vi erano perché nell'estate del 2003, prima che io e mia moglie acquistassimo questa casa, una trombra d'aria spezzò le punte di due abeti, uno dei quali, quello più a sud, è morto e a inizio 2005, quando da circa un anno abitavamo nella casa, abbiamo dovuto tagliarlo. Gli alberi sono stati piantati dal vecchio proprietario della casa, nonché costruttore, quando appunto la casa fu costruita oltre 40 anni fa, prima che io nascessi.

Ecco, qui sta la follia mia e di mia moglie, amare gli alberi maestosi, quelli che per diventare tali hanno impiegato tanti anni che chi li ha piantati non li ha visti diventare così grandi e che sono nati molto prima di me. Essi non chiedono niente, prendono un po' d'acqua e di sali minerali dalla terra, un po' di anidride carbonica dall'aria e ci danno tanto ossigeno e ombra, che d'estate significa un po' di refrigerio dalla calura. A me questi colossi (non sono enormi, ma a occhio una ventina di metri di altezza ce l'hanno) suscitano ammirazione per la natura, ma sopratutto mi trasmettono quietezza, mi fanno rilassare.

Purtroppo l'effetto che hanno su di me questi alberi non è lo stesso che hanno sul mio vicino. L'abete più a nord, quindi quello più prossimo alla confine con il vicino, dista circa 4 metri dal confine. Le sue fronde maestose incombono oltre che sulla mia casa anche sulla casa del confinante e lui ieri mi ha dichiarato di vivere nel terrore a causa di quello quello che ritiene un pericolo incombente sulla sua casa. Ho cercato più volte di rassicurarlo, spiegando che l'albero è perfettamente sano e che al momento non c'è nessuno rischio serio che l'albero precipiti sulla sua casa, tant'è che essendo l'albero coperto a sud da altri due suoi simili, è molto più probabile che se cade cada sulla mia di casa, cosa che però non preoccupa ne me ne mia moglie. Ho cercato di spiegargli che la probabilità che l'albero rovini sulla sua casa sono molto basse, decisamente più basse di quelle di essere travolto da un TIR mentre si reca con l'auto al lavoro.

Il fatto di non sentirsi tranquilli in una simile condizione è condivisibile, non è condivisibile che uno che posside casa al mare, casa in montagna e chissà cos'altro mi venga a dire:" se l'albero cade sulla mia casa e mi sfonda il tetto, io dove vado a dormire?". Poi chi afferma che al giorno d'oggi capitano "uragani" che una volta non capitavano, ha mai provato a chiedersi perché il clima sta cambiando così rapidamente? Non è che il fatto di abbattere tutte le piante per i propri capricci e bisogni senza criterio e senza valutarne le conseguenze ha il suo peso?

La mia impressione, tratta dalle motivazioni con cui ha prima cercato di convincermi e poi mi ha minacciato di azioni legali, è che in questo mondo molte persone abbiano perso di vista la realtà ed il senso vero della vita. Si vive per lavorare e accumulare ricchezze e beni materiali, scordandosi che nella vita ci sono cose più importanti, come ad esempio il piacere di sedersi d'estate all'aperto all'ombra di un grande albero.

Il fatto di ricorrere a minacce di azioni legali (le quali non mi spaventano in quanto ritengo infondate) mi rammarrica e mi fa rivedere il mio giudizio sulla persona. Ne ho parlato con mia moglie che è rammarricata e arrabbiata, più di me. Siccome noi riteniamo di essere persone civili porremmo fine a questo situazione "di terrore", non certo per paura di azioni legali, ma perché non vogliamo vivere nella tensione ne scatenare odi e liti, per motivi che ritengo stupidi. Per noi abbattere o deturpare un albero non è una cosa che faremo così a cuor leggero.


venerdì 16 gennaio 2009

Notizie positive per l'ecologia?

Confesso di essere perplesso, dopo le varie polemiche di dicembre mi sembra che il governo italiano, con l'atto del 15 Gennaio 2008 (il provvedimento mi pare debba passare ancora per il senato, qui ci sono i dettagli), abbia fatto un grosso passo indietro. La cosa secondo me è positiva, secondo me aiuterà l'ambiente, l'economia e la lotta all'evasione. Siamo passati da una grossa limitazione ad una piccolissima limitazione (distribuire su 5 anni la detrazione, fra l'altro secondo me un non-limite).

Da parte mia invece ci sono grosse novità, darò il mio contributo alla crisi in corso, adottando pannolini lavabili al posto di quelli usa e getta. I pannolini non sono per me, ma per il nuovo bimbo che arriverà entro la prima metà di aprile.

Devo ringraziare Stefano che ha accesso in me la miccia e mi ha svegliato sull'argomento. Sono giorni che indago e faccio conti, pochi giorni fa ho acquistato on-line un pacco prova di pannolini riciclabili e dopo averli visti ho preso la decisione. Non so se risparmierò molto in termini economici, per questo sono rammarricato del fatto di non averci pensato prima, però sicuramente darò un colpetto all'industria dei pannolini usa e getta e ridurrò drasticamente il volume di rifiuti solidi urbani. Sono rammarricato anche del fatto che tale tipo di pannolini non mi sembra sia molto pubblicizzato.

sabato 10 gennaio 2009

Crisi, media, dubbi, paradossi

Ieri mattina, recandomi al lavoro ascoltavo radio24. Alle 8 e 30 circa su questa radio c'è una rubrica chiamata "dietro la notizia", il tema trattato da questa rubrica ieri era l'influenza dei media sulla crisi economica in corso. Prima di dire altro voglio ribadire a chiunque incappasse in questo blog/sito e avesse qualche dubbio che io non mi occupo di informazione, non sono un giornalista e non faccio giornalismo. Mi occupo di informatica, sono diventato quasi un fanatico del "web 2.0". Ho cominciato a scrivere un blog quasi esclusivamente tecnico e per molto tempo sono riuscito a mantenere l'impegno di non scrivere su argomenti non "di mia competenza", ossia non di informatica e tecnologia. Abbastanza recentemente ho come si dice rotto gli indugi ed ho un po' sconfinato aprendomi e esprimendo alcune mie opinioni su argomenti quali ad esempio l'ambiente. In ogni caso non ho pretese di fare informazione ma solo un forte desiderio di esprimere alcune mie opinioni e idee.

Lo spunto per l'argomento trattato nella rubrica di radio 24 ieri mattina è partito dalla notizia secondo cui da un sondaggio risulterebbe che il 77% degli americani attribuisce parte della responsabilità della crisi ai "media". Oggi per fortuna ho trovato sul sito di radio 24 l'articolo su cui si è basata la discussione fra il conduttore delle rubrica e un suo collega.


La prima cosa che ho pensato quando ho sentito la presentazione è stata: ma se il 77% delle persone che la crisi sia causata dai media significa che tali persone credono che la crisi non sia reale, quindi non dovrebbero aver paura ad affrontare spese ordinarie o straordinarie, non rimandano spese grosse in attesa di tempi migliori, fanno la vita di prima e quindi anche gli indicatori che paiono dirci ci sia crisi dovrebbero dirci che non c'è crisi, le auto si dovrebbero vendere come prima e così molte altre cose. Il 77% è una grossa fetta di popolazione, anche includendoci quelli con basso potere d'acquisto comunque mi pare un paradosso.

L'articolo sul sole 24 ore di Carlo Bastasin mi sembra abbastanza equilibrato e piuttosto che chiarire il mio dubbio (ho sentito la trasmissione di ieri fino in fondo nella speranza che a qualcun'altro venisse lo stesso dubbio) si occupa di discolpare i media. Io non credo che i media siano corresponsabili di questa crisi. E' vero che leggendo certe cose come un'articolo segnalato due giorni fa da marco e da diego mi indigno e mi scandalizzo; è anche vero che, forse mi starò rammollendo (o peggio), non ho trovato una sciocchezza l'invito del nostro primo ministro di un paio di mesi fa, rivolto appunto ai giornalisti, a non eccedere nel catastrofismo. Una cosa interessante dell'articolo di Bastasin è il fatto che sottolinei come le persone o meglio la massa facciano fatica a cogliere le conseguenze storiche degli eventi. Più che altro di questa crisi non si sa nulla, vi sono un sacco di notizie sparse e superficiali. Ora non ricordo bene quando si è cominciato a sentir parlare di crisi dei mutui subprime, però, guardando lo storico dell'euribor, si nota che da marzo, dopo un periodo di stabilità, ha cominciato a salire. Parlo di euribor perché con mia moglie sono un pagatore di mutuo a tasso variabile, sottoscritto alla fine del 2003. Da allora seguo abbastanza costantemente questo indice che influisce sull'ammontare della rata che ogni mese devo pagare, per poter un giorno diventare a pieno diritto proprietario, con mia moglie, della casa in cui vivo. Fino a un po' di tempo fa vedevo l'euribor solo come un tasso, stabilito d'accordo dalle maggiori banche europee, su cui si basano i mutui. In realtà poi un amico mi ha spiegato che è anche il tasso a cui le banche si fanno i prestiti tra loro, quindi è un'indicatore anche della fiducia che le banche hanno le une verso le altre. Quindi, la crescita del tasso secondo me non era dovuta a un'impetuoso sviluppo, almeno non solo. Secondo me le banche cominciavano a capire che stava per arrivare il "Nulla" causato dalla bolla speculativa che stava per scoppiare. Chiaramente è una mia idea, che però non ritengo inferiore come possibilità a tutte le panzane che ci rifilano i vari professionisti analisti finanziari. Carlo Bastasin ne fa un esempio lampante nel suo articolo, ma a raccogliere tutte le previsioni fatte tra luglio e settembre dello scorso anno e smentite a Ottobre credo se ne ricaverebbe un libro voluminoso.

Io non ho capito quanto sia grave questa crisi, per fortuna ancora non mi tocca negativamente, finché l'azienda che mi da lo stipendio ha lavoro sono contento, guadagno come prima e risparmio un bel po' sulla rata del mutuo. La crisi da quello che percepisco io sembra colpire poco ancora l'economia reale, ma sentendo la radio non si direbbe, pare che soprattutto il settore produttivo sia in crisi. La mia speranza è che si tratti solo di un normale assestamento; abbiamo consumato e accumulato più di quanto ci servisse ed ora ci siamo un po' fermati a consumare le scorte; D'altra parte la pasta continua a costare un euro e venti al pacco quando un anno fa o poco più non arrivava ai novanta centesimi. Sono molto prudente pur essendo io un sostenitore del movimento per la decrescita felice. La decrescita felice per me rimane ancora un'utopia, si cerco di fare del mio meglio, ma vivendo in una società che va in senso contrario e con una famiglia cerco di scendere a compromessi.