martedì 20 gennaio 2009

Da un anno circa ascolto spesso Radio24, almeno quando mi sposto in auto per andare in ufficio e tornare a casa (se non c'è caterpillar su radio2). Fanno diversi trasmissioni interessanti e in generale condivido le loro posizioni, anche se con qualche eccezione.

Stamattina, alle 8 e 20 circa c'era un programma nuovo, due persone parlavano del fenomeno della "vischiosità" del prezzo dei carburanti con un "esperto", tal Davide Tabarelli presidente di Nomisma Energia. Il termine "vischiosità" viene utilizzato per definire il fenomeno in base al quale quando il prezzo del petrolio cala il prezzo dei carburanti alla pompa non cala in proporzione o meglio cala molto più lentamente.

Vorrei dire una cosa, su radio24 hanno parlato più volte di questo, anche con il presidente dell'antitrust durante le feste, però noto una certa cialtroneria nell'affrontare l'argomento. Si cita sempre le associazioni consumatori che dicono che i prezzi dei carburanti non sono scesi in proporzione ai prezzi del petrolio. Su questa posizione radio24 sembra essere d'accordo, ma io mi chiedo: perché i giornalisti non fanno il loro mestiere e tirano fuori due stupidissime tabelle, una con l'andamento del prezzo del petrolio negli ultimi 5 anni e una con i prezzi medi dei carburanti negli stessi periodi e non fanno un confronto un minimo scientifico????

Un'altra domanda che mi pongo è: ma cosa fa sta "Nomisma Energia"? Stamattina l'intervistatore ha girato a Tabarelli l'osservazione di un ascoltatore secondo cui sembra ci sia una "resistenza" da parte dei petrolieri/rivenditori o produttori di carburanti a far scendere il prezzo di benzina o gasolio sotto l'euro. Lo stesso intervistatore ha buttato li la parola dietrologia. Ma quello che veramente non accetto è una delle giustificazioni (in realtà ora mi è venuta in mente un'altra chicca di cui parlo dopo) che l'"esperto" Davide Tabarelli presidente di Nomisma Energia, per la riluttanza dei produttori a calare il prezzo dei carburanti al calare del prezzo del petrolio, ovvero il fatto che sui carburanti le tasse incidono per una percentuale elevata (non mi ricordo di preciso la percentuale e non l'ho trovato con una rapida ricerca). .. Ma anche (vedi p.s.) ipotizzando che le tasse incidano per il 99% sul prezzo finale, supponiamo che su 1 euro ho 99 centesimi di tasse e 1 centesimo di "materiale", se il materiale mi costa 0,005 e vi applico il 9900% di tasse ho 49,5 centesimi di tasse e il prezzo finale è 0,5 euro, quindi sempre la metà, come si dice la matematica non è un'opinione, tranne forse per alcuni esperti consulenti. Chi è che fa dietrologia?

La seconda chicca che mi è venuta in mente prima che ha sparato l'esperto è che secondo lui ora i produttori non calano il prezzo anche perché devono recuperare le perdite dell'anno scorso..... Ma chi crede di prendere in giro? Io francamente faccio fatica a credere che industrie petrolifere ed affini abbiano mai avuto perdite da che l'uomo utilizza il petrolio.


superciukAlla fine però qualcosa di plausibile l'ho sentito: ci potrebbe essere l'effetto della cosiddetta "Robin Hood Tax". In effetti quella poteva essere un tentativo lodevole, ma molto probabilmente si è rivelata solo una "Superciuk Tax".




P.S. (22 Gennaio 2009)

devo fare una precisazione doverosa, in realtà una parte delle tasse sulla benzina, le accise, sono "fisse" quindi il mio ragionamento non è corretto, si veda qui e qui. Non ho trovato dati aggiornati sul livello attuale delle accise.

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