venerdì 5 novembre 2010

Un paese normale

Stamattina Alessandro Milan ha trattato l'ultima notizia sulla censura delle canzoni "Giovinezza" e "bella ciao". Ospiti erano Teodoro Buontempo, Paolo Ferrero e Iva Zanicchi. In altre occasioni ho sentito la Zanicchi parlare di argomenti politici, non mi ricordo quali, però ricordo che non mi era piaciuta. Oggi, grazie anche alla collaborazione degli altri due ospiti devo dire che mi è piaciuta è ho condiviso cosa ha detto. Paolo Ferrero al contrario ricordo mi fece una buona impressione quando era ministro con il governo Prodi, oggi mi ha deluso. Lui ha ricordare che Giovinezza simbolo del fascismo e quindi male assoluto da non mettere vicino a bella ciao e Buontempo a ricordarci che nei paesi dell'est europa il comunismo è stato male.
La Zanicchi ha ricordato che entrambe le canzoni sono si simbolo di due momenti storici del nostro paese, ma nel bene e nel male fanno proprio parte della nostra storia, quindi dico io sono più che adatte allo scopo di ripercorrere i 150 anni della storia dell'unita' d'Italia.
Mi chiedo: è un paese normale questo, in cui si censurano due canzoni e dove si affrontano ancora in questo modo i temi del nostro periodo fascista e post con la resistenza? Io penso che il primo sia senza dubbio negativo, la resistenza è stata quella che ci ha liberati, però sicuramente ha avuto aspetti negativi e ci sono ancora molti aspetti oscuri.
Al riguardo devo fare un parentesi: qualche anno fa ricevetti in regalo un libro di Giampaolo Pansa, "La grande bugia" un libro noiso e pesante che non sono riuscito a terminare, semplicemente perché era un libro dedicato principalmente a respingere gli attacchi ricevuti per il suo precedente libro "Il sangue dei vinti", secondo me un libro vacuo. Ho avuto modo di sentire Pansa in un paio di interviste e l'ho trovato fastidioso, nel suo atteggiamento che tende a generalizzare i partigiani come tutti assassini e vendicativi, una palese generalizzazione che non aiuta a togliere quel velo che ancora rimane sugli episodi negativi che lui vuole evidenziare che hanno sicuramente visto come protagonisti i partigiani.
Non voglio dilungarmi in revisioni storiche che non sono alla mia portata, però la mia impressione è che certi atteggiamenti nei confronti del nostro passato allontanano la mia generazione ed ancorpiù le successive. Chi non ha vissuto quei periodi e ne sente parlare in questo modo tende a disinteressarsene e il risultato è sotto i nostri occhi: la nostra società.

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