mercoledì 10 novembre 2010

Alieno

Sempre più spesso ho l'impressione di essere un alieno, forse sono un esperimento di qualche civiltà extra-terrestre che mi ha spedito sulla terra per studiare la civiltà umana. Leggendo le notizie (sul WEB, è estremamente raro ormai che io compri dei giornali), ascoltando la radio, recandomi al lavoro ho sempre questa sensazione. Ieri ho sentito alla radio l'intervista a Carlo Azeglio Ciampi che ha scritto un libro intolato "non è il paese che sognavo", in quella breve intervista, con molta prudenza, il presidente emerito ci ricorda non solo che abbiamo perso una buona occasione come paese per risanare la nostra economia ma che il degrado continua, non solo a livello economico. Ecco, io non mi ricosco in molti comportamenti di questa società.
Stamattina mi è accaduta una cosa sgradevole, ho perso le staffe, non ho reagito come poi a freddo ho pensato avrei dovuto reagire. Il punto è che quando ho a che fare con esseri umani che anche giudicando a freddo posso solo definire celebrolesi evidentemente qualcosa mi va in cortocircuito, non so se è l'effetto di una sovrapproduzione di adrenalina o chissà quale altro effetto chimico-organico.
Per cercare di confrontarmi con il mondo gia da tempo scrivo cose più o meno sensate sul web, dove tutti possono leggerle e dirmi cosa ne pensano, così io possa veramente capire se sono un alieno. Quindi anche questa volta proverò a descrivere l'episodio che oggi mi è accaduto.
Da un po' di tempo parcheggio la macchina all'interno del cortile del palazzo in cui abbiamo l'ufficio e che si trova in zona molto centrale di Udine. Accade tutti i giorni, più volte al giorno che in questa via si vedano macchine parcheggiate dove non si dovrebbe parcheggiare, sui marciapiedi, nei parcheggi riservati per carico/scarico (così che chi deve veramente caricare scaricare è costretto a parcheggiare il camion dove capita) davanti a i portoni... ecco stamattina mi è capito un caso particolarmente disperato di deficente al volante, ha imboccato la via subito davanti a me, si è fermato rapidamente i mezzo alla strada (che per completezza dell'informazione è a senso unico) a salutare un'amica (non un'auto, una persona) che passava , è ripartita per fermarsi esattamente davanti al portone del mio palazzo, il portone attraverso cui devo passare per entrare nel cortile con parcheggio. Attendo pazientemente pochi secondi con la freccia, alle spalle dell'auto, confidando che l'auto, pur rimanendo sulle strisce zebrate che stanno ai lati del portone (strisce fatte per impedire alle auto di intralciare chi deve entrare e uscire dal portone stesso , non per riservare il posto ai furbi) avanzi in modo da permettermi di entrare; non vedendo reazioni provo ad affiancarmi all'auto (tanto comunque io entro in retromarcia perché l'ingresso è piuttosto stretto) e cerco di far capire gesticolando che devo entrare proprio in quel dannato portone, l'unica reazione dopo pochi secondi è che l'uomo (maschio sui 35 anni, alla guida donna dallo sguardo vacuo) comincia a gesticolare e poi scende dall'auto minaccioso. A quel punto la secrezione di adrenalina va alle stelle, scendo anche io e questo mi insolentisce farfugliando che si è fermato li per scendere, io gli rispondo alquanto irritato che io devo entrare in quello stramaledetto portone, senza ottenere lo scopo di convincerlo a risalire sulla sua dannata auto e liberare il passaggio. Siccome il tipo di avvicina minacciosamente a me senza dare segni di voler accendere il cervello io lo spintono per allontarlo da me. Ecco di questa cosa me ne sono subito pentito, comunque il tipo diventa ancora più minaccioso e cerca di riavvicinarsi e io indietreggio, quando interviene un mio collega che stava arrivando, la discussione continua per pochi secondi tra loro due quando evidentemente il neurone addormentato dell'energumeno si risveglia per un attimo consigliandogli di invitare la compagna guidatrice celebrolesa a spostare l'auto avanti di un metro. Nel frattempo si era gia formata una discreta coda di auto che attendevano che la via si liberasse.
Siccome di persone che parcheggiano così ne vediamo e ne sentiamo attraverso i clacson di altri automobilisti spazientiti tutti i giorni, al contrario dei vigili urbani che invece si vedono raramente, mi viene il dubbio che sono io a sbagliare a pensare che non si dovrebbe parcheggiare dove è vietato. Ragionando a freddo ho pensato che avrei fatto meglio, riuscendoci, a mantenere al calma e attendere: magari la coda di auto in attesa avrebbe raggiunto il non distante comando della polizia municipale spingendo qualcuno preposto a fare il proprio dovere. Purtroppo invece anche questo piccolo episodio è un indizio del fatto che io sono un alieno, un essere umano non si deve scandalizzare per queste cose, per i politici corrotti o incapaci ecc. ecc.

2 commenti:

  1. Se ti può consolare, non sei solo. Il problema è che siamo rimasti in pochi. Troppo pochi, soprattutto in Italia.

    RispondiElimina