venerdì 22 aprile 2011

Il passato e il presente

Sul blog "Alesso e dintorni" oggi c'è un interessante post che mi ha fatto e mi fa meditare molto, ci ricorda come oggi stiamo combattendo le stesse battaglie che altri hanno combattuto 30 o 40 anni fa, prima ancora che io nascessi. Evidentemente abbiamo oggi gli stessi problemi che avevamo 40 anni fa, il che significa solo una cosa, su queste cose non si sono fatti grandi passi avanti. E' utile ricordare che a partire dagli anni '90 e per quasi vent'anni le cosiddette grandi opere in Italia sono state praticamente bloccate, io penso essenzialmente per due motivi:
1) la cosiddetta "tangentopoli", ci è stato svelato pubblicamente che su molte attività pubbliche c'erano scandalosi giri di tangenti e quindi tali opere erano un mezzo per sottrarre illecitamente soldi dei cittadini da parte di pochi personaggi disonesti.
2) l'ingresso nell'Euro, cosa che ci ha imposto un certo rigore dei conti. Si, infatti si facevano grandi opere, ma a debito, debito che ad oggi è ancora da pagare. E' come se io avessi acquistato una casa a debito, senza aver la capacità di estinguere in un determinato tempo tale debito, pagando solo lo la quota interessi e senza ridurre la quota capitale del debito; a tutt'oggi noi non riusciamo neppure a pagare gli interessi di tale debito, tanto che esso continua a crescere impietosamente. Io non lo farei mai, io ho fatto un mutuo e pago una rata che comprende una parte di interessi e una di capitale, in modo da estinguere il debito in vent'anni.
Ho la sensazione che di questo molti politici non se ne rendano conto, cercano di intortarci con alchimie finanziare, intanto il debito è li e cresce e fosse per loro lo farebbero crescere ancora di più. Si è privatizzato e liberalizzato molto in questo paese, ma io francamente non vedo ancora in modo chiaro gli effetti positivi di ciò, che dovrebbero appunto comprendere la riduzione di tale debito. Con tale debito io suppongo si sia pagata anche la realizzazione della A23 da Udine a Tarvisio, oggi tale autostrada è gestita da un privato, quindi per definizione in modo profiquo (almeno per il bilancio di tale azienda), ma ciò sta aiutanto da ripagare il debito contratto? Sto scrivendo a ruota libera, non ho documenti che mi dicano quanto sia costata la realizzazione di tale strada ne quali siano gli accordi con cui è stata ceduta in gestione, quindi magari mi sbaglio, ma visto che la trasparenza al riguardo è poca, almeno secondo la mia definizione di trasparenza, non posso far altro che dubbitare.
Il punto è che oggi si ragiona come 40 anni fa, forse si è sbagliato 40 anni con la A23, o forse no, non sono in grado di calarmi nella situazione di quegli anni per valutare se fu una scelta opportuna, neanche oggi sono in grado di dire se si poteva fare di meglio, lo confesso, non ho la pretesa di sapere tutto.
Una cosa è certa l'impatto della A23 sulle valli che attraversa è devastante, certo si è spostato il traffico dalla vecchia statale che oggi non potrebbe certo reggere il traffico attuale della A23, ma a parte un po' meno di traffico sulla vecchia statale non si è lasciato null'altro a quelle valli. La autostrada è un palliativo, che cerca di limitare il sintomo di una malattia, il traffico, senza cercare di risolvere in modo più efficente il problema, cioè razionalizzando e ottimizzando il trasporto delle merci e delle persone.
Io oggi sono fermamente convinto, e l'ho gia scritto, che bisogna rivedere il piano di sviluppo delle infrastrutture di trasporto con una sguardo più ampio. Anche ieri alla radio ho sentito ribadita la posizione del WWF sul progetto della TAV tra Trieste a Venezia e ci dicono che attualmente la linea ferroviaria esistente è sfruttata al 50%.
Chi ci dice che se 40 anni fa non si fosse fatto un investimento diverso oggi la situazione non sarebbe migliore? Forse 40 anni fa era più difficile, ma oggi vedere ancora la soluzione al problema dei trasporti nella costruzione di nuove autostrade e nuove strutture senza investire sulle esistenti mi pare sbagliato.

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