giovedì 16 aprile 2009

Anche io devo dire la mia

Giovedì 9 Aprile io non ho visto la TV (d'altra parte la guardo molto rararemente, non a caso ho tre figli :)). Quel giorno c'era anche la partita di UEFA dell'Udinese ed io me ne sono accorto solo lunedì. Giovedì 9 Aprile scorso io ero in ferie ed ho passato parte della giornata con mazza e cunei a spaccare parte dei resti del tronco dell'abete rosso che ho abbattuto circa due mesi fa (credo che presto parlerò di questa mia esperienza da spaccalegna). Solo due giorni fa, a forza di sentire polemiche ho deciso di scaricare dal sito della rai il video della puntata del programma televisivo molto discusso e criticato. Dopo averlo visto e continuando a leggere e sentire critiche e commenti non ho più resistito ed ho deciso di dire anche io la mia.

Probabilmente, come dice Aldo Grasso, vederlo una settimana dopo non è la stessa cosa, non lo so, come non so perché, come dice sempre lo stesso giornalista del corriere della sera, sia stata inopportuna quella puntata quella sera. Il problema non è criticare Santoro secondo me, in un paese libero e democratico credo che ognuno debba essere libero di criticare chi vuole, le critiche devono e possono servire a migliorare, soprattutto verso le istituzioni. Tutti sono liberi di criticare Santoro, ma non capisco perché ci si debba scagliare contro Santoro perché ha criticato delle inefficenze nell'organizzazione dei soccorsi. Le critiche, quelle ritenute giuste, dovrebbero essere ascoltate, prese in considerazione e utilizzate per migliorarsi dove e possibile e per essere più preparati la prossima volta.

E' inutile dare dello sciacallo a Santoro quando si vedono e sentono cose simili a questa in un TG. Non ho mai sopportato lo snocciolare dati d'ascolto neppure in programmi di cabaret, cosa me ne frega a me che guardo il programma X se quello stesso programma la sera prima o la settimana prima è stato il programma più ascoltato di Italia con n milioni di telespettatori??? Ma un TG che snocciola dati d'ascolto delle dirette su una tragedia è veramente una cosa abominevole, disgustosa, squallida.

Io non sono uno che si commuove facilmente, confesso anzi che non sopporto le trasmissioni che mandano in onda persone disperate, che piangono perché hanno subito disgrazie (cosa vista anche sul programma di Santoro), probabilmente a causa del mio cinismo e del mio egoismo, ma proprio non ne capisco l'utilità. Secondo me tutte quelle dirette, tutte quelle inquadrature su immagini strazianti, quella necessità di raccogliere e diffondere testimonianze a caldo di tragedie non servono alle persone coinvolte, ma a chi le segue per pulirsi la coscienza.

Tornando al programma incriminato ed ai suoi contenuti, volendo analizzarne i contenuti e non i fronzoli, ciò che io ho raccolto e che mi infastidisce è l'atteggiamento dei nostri rappresentanti che per difendersi non vogliono dimostrare di dare una vera svolta ma preferiscono tirare dritti per la loro strada, in modo da dimostrare che loro non hanno mai sbagliato e non sbagliano. Mi riferisco a due cose, al ponte sullo stretto di Messina ed al famoso "piano casa" in discussione prima (e tutt'ora) della tragedia in Abruzzo. Pare almeno, leggendo quello che scrive Travaglio, ma anche uno degli ospiti della trasmissione, che sulla bozza precedente al terremoto fosse previsto un "rilassamento" dei vincoli delle normative antisisimiche assieme alla possibilità di ampliare le "villette", in piena sintonia con il modo di agire e pensare di questi nostri rappresentanti, secondo cui le norme e le regole sono solo un fastidioso intralcio alla libera imprenditoria. Per fortuna è stato fatta una saggia correzione. Sul discusso ponte invece molti hanno ribadito più volte l'idea che i soldi dedicati a questa faraonica e propagandistica operara potrebbero essere dirottatti verso investimenti volti a mettere in sicurezza almeno gli edifici pubblici più importanti, come le scuole; nessuno di noi (almeno a parole) vuole più assistere a tragedie come quella di San Giuliano di Puglia, però, siccome mettere in sicurezza tutti gli edifici d'Italia è un'opera enorme, costosa e lunga, come ha ribadito più volte il rappresentante del governo (sottosegretario alla difesa) presente alla trasmissione, allora non si fa nulla. Si fa il ponte, che rimarrà ai posteri, perché sistemare le scuole produrrebbe comunque lo stesso giro economico, ma troppo sparpagliato e quindi senza la possibilità di arricchire pochi privilegiati. E poi è chiaro, una scuola che non crolla per un terremoto, come tutte le cose che funzionano, non farebbe notizia, meglio un'opera che prima ancora di avere un solo sasso è gia costata milioni di euro. Senza contare che viene finanziata con fondi in parte dirottati dal miglioramento delle infrastrutture ordinarie attorno alle due teste di ponte (infrastrutture che si dice non essere messe bene).

Qui in Friuli secondo me ci si è resi conto veramente di cosa è un terremoto solo trent'anni fa, quando lo si è provato sulla propria pelle, a Roma ancora oggi non lo si capisce. E' per questo che negli ultimi trent'anni si è fatto molto meno di quello che avrebbe dovuto fare, non solo, l'intenzione è di continuare così, perché come dice Travaglio nel suo pezzo introduttivo ad AnnoZero ad ogni terremoto di fanno grandi annunci, che poi però rimangono solo tali.

Quindi, è vero che le risorse economiche sono quello che sono, ma la realtà è che manca la volontà, abbonda solo l'ipocrisia, le critiche ma soprattutto i provvedimenti che si vorrebbe prendere contro Santoro sono la dimostrazione. Perché, ripeto, ognuno è libero di criticare Santoro, ma ciò che a me non piace è il tentativo di censura. Non accettare le critiche signica credere di essere perfetti e molti sanno che la perfezione (soprattuto nell'uomo) non esiste, soprattutto, non accettarle, significa rifiutarsi di voler migliorare.

Mi viene in mente un'altra riflessione, che mi è venuta sempre leggendo l'intervento di Travaglio sul blog di Beppe Grillo; ha colpito anche me l'accanimento di Cruciani di Radio24 verso l'accostamento fatto da Travaglio e il ponte e il piano casa. Gia in altre occasioni ho sentito (e non riesco a sentirlo tutte le sere) Cruciani scagliarsi contro i detrattori del ponte e invocarla come una opera giusta e necessaria. E' lecito il sospetto che insinua Travaglio sul fatto che Cruciani lavora in una radio che fa capo in qualche modo a confindustria, la quale forse ha interesse in questa grande opera. Soprattutto i toni che ho sentito, considerando quanto lo stesso Cruciani abbia quasi un'ossessione contro il populismo tale da criticare molto severamente chi fa interventi che appunto possono sembrare "populisti" (non sarà mai come Aldo Forbice però :) ). Il piano casa c'entrava benissimo, perché proprio con quella frase che voleva derogare anche le norme antisismiche rappresentava benissimo la volontà di continuità (nel non essere lungimiranti e nel non voler fare cose veramente buone) dei nostri governanti.

Un'ultima (spero) considerazione. Stamattina a Radio24, alla trasmissione di Milan era ospite una persona (di cui non ricordo il nome) che ha detto delle cose che mi sono piaciute e che voglio ripetere qui: "Lo stato siamo noi, quindi i difetti dello stato sono i nostri difetti. Se vogliamo che lo stato sia migliore dobbiamo scegliere meglio i nostri rappresentanti". Condivido. Soprattutto mi viene da pensare ad una delle più brutte e inappropriate frasi che ho sentito dire da alcuni nostri rappresentanti:" lo stato non deve mettere le mani nelle tasche dei cittadini" chiaramente chi dice così ha un'idea strana dello stato, che appunto dovremmo essere tutti noi.

E' stato uno sfogo molto lungo, ma sentivo di doverlo fare.


Nessun commento:

Posta un commento