domenica 22 aprile 2012

I miei dubbi sulla messa in sicurezza del Tagliamento

Il 19 aprile scorso  ho ascoltato qualche scorcio della  discussione del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia (qui c'è una sintesi della discussione e qui si parla del provvedimento oggetto di discussione e questo dovrebbe essere il testo ufficiale.) dove  si è discusso anche di interventi per la messa in  sicurezza del Tagliamento (non ho ben capito i dettagli ne' come mai si parlasse di ciò visto che l'argomento non sembra dovesse riguardare il Tagliamento*), che poi significa proteggere quella zona da Latisana in giu che rischia, in caso di piene straordinarie, una esondazione con conseguenti allagamenti. Ripeto, non ho capito come si è finito a parlare del Tagliamento e di quella commissione speciale chiamata "Laboratorio Tagliamento", istituita oltre un anno fa con il compito di trovare appunto delle soluzioni per la messa in sicurezza idraulica del Tagliamento, essendo la competenza sul Tagliamento non dell'autorità di cui si è decisa la soppressione ma di un'altra ('Autorità di bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave e Brenta-Bacchiglione). Ho gia parlato, in modo però un po' approssimativo, di questo tema oltre un anno fa esponendo la mia perplessità a una delle soluzioni storiche proposte come soluzione al problema, le cosiddette casse di espansione.
Ho deciso di approfondire un po' il tema, cosa non facile e che richiede un po' di letture; si parte dall'ottima descrizione del Tagliamento riportata da Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Tagliamento). Si parla di un fiume lungo circa 170 Km con la particolare caratteristica di avere portate d'acqua estremamente variabili, per cui viene definito appunto fiume a carattere torrentizio. Di questi 170 Km gli ultimi 20 corrono in un alveo molto ristretto rispetto ai precedenti e sono gli unici a vero rischio esondazione. Nel 1966 c'è stata la più grave esondazione (a dire il vero non ho trovato informazioni di altre esondazioni precedenti) e da allora si sono sprecate un sacco di parole su cosa fare per impedire il ripetersi di tale evento. Qui c'è una bella descrizione della storia del progetto delle casse di espansione che pare essere considerata da molti l'unica vera soluzione (qui c'è anche il documento con la proposta alternativa del WWF, documento che però non ho ancora letto). Sono stati fatti interventi come l'installazione di un dispositivo di innalzamento del ponte ferroviario che attraversa il Tagliamento a Latisana, poi c'è un canale chiamato  canale Cavrato che ha lo scopo di "alleggerire" la portata d'acqua del Tagliamento da Latisana in giù.
Mi sono preso qualche appunto della discussione del consigli regionale che riporto e commento.
Giorgio Brandolin (PD) dice che rinforzare gli argini da Latisana  in giu non risolvarà mai il problema, occorre intervenire a monte, facendo l'esempio di Ravedis  (qui e qui una descrizione) e Barcis (qui qualche informazione) che proteggono Pordenone. Io mi chiedo però, guardando le foto aeree da google maps, dove lo fai un bacino sul Tagliamento in grado di  laminare le piene che potrebbero esondare a Latisana? Com'è che un canale scolmatore sarebbe un'opera improponibile mentre le altre proposte sono ragionevoli? Si parla di tre proposte, uno sbarramento a Dignano, uno a Pinzano o le casse di espansione. Tanto per dire, lo sbarramento di Pinzano è una vecchia idea che prevedeva un invaso da 97 milioni di m3 che provocherebbe in caso di piene anche l'allagamento di zone dove ci sono insediamenti umani, quindi,  per non allagare la bassa allaghiamo a monte?
E' difficile farsi una idea, anche perché qui si parla di un fiume che quando è in piena fa una certa impressione, almeno a me è capitato di vederlo in un paio di occasioni all'altezza di Codroipo, nel medio Friuli, dove tra un argine e l'altro c'è circa 1 Km di spazio. In quelle occasioni il fiume arrivava a malappena a lambire gli argini, comunque una portata d'acqua impressionante, su wikipedia dicono che il massimo storico è stato di circa 4500 m3/s, non so quali erano le portate delle piene che ho visto io. La mia impressione è che comunque manchi il bacino per accumulare l'acqua e rilasciarla in modo controllato per evitare la tracimazione a Latisana. L'assessore De Anna  in risposta (con un tono secondo me un po' arrogante) a risposto  a qualcuno, che evidentemente citava come possibile soluzione o contributo ad essa il canale Cavrato, che l'aperture di questo canale provocherebbe l'allagamento di tutta la zona interessata, della laguna nella zona di Bibione.
Gianfranco Moretton (PD) parla di una proposta del WWF (di quando lui era assessore, quindi qualche anno fa)  di 7 "cassette" da fare da Varmo in giu, proposta bocciata sempre secondo Moretton dall'autorità di bacino competente. Nel link che ho gia riportato prima si parla anche di questa proposta alternativa.
Per farmi una idea ho cercato anche di recuperare qualche numero, sulle casse si parla di un volume di 37 milioni di m3 di acqua come capacità, superiore a qualunque altro invaso presente in Friuli, infatti Ravedis risulta abbia una capacità di 26 milioni di m3, Barcis 13 milioni di m3, Cavazzo dovrebbe essere sui 14 milioni di m3. Secondo me "incassare" 37 milioni di m3 di acqua, fra l'altro nel momento giusto perché se le casse si riempiono prima che l'ondata di piena sia passata si fa anche peggio, non è uno scherzo, quindi faccio fatica a credere che sia più facile che non fare un canale scolmatore  da 20 Km che possa aiutare ad alleggerire le piene del Tagliamento presso Latisana. Come mi pare difficile che tale volume d'acqua potrebbe  allagare, come dice l'assessore De Anna, tutta la zona costiera a ridosso di Bibione. Se non si riesce a smaltire in mare un simile volume di acqua, come si può pensare di poterlo gestire con delle casse artificiali a monte?
Spero prossimamente di riuscire ad approfondire ulteriormente il tema per farmi un'idea più precisa.

*P.S. (24/04/2012)
Ecco, qui spiega come mai si è finito col parlare del Tagliamento

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